“Se non hai confini in testa, non hai confini attorno.“, ho sentito dire qualche anno fa da qualche parte.
Siccome invece di confini attorno ne abbiamo una quantità considerevole, per giustificare la loro esistenza, occorre fare in modo che le persone abbiano quanti più confini in testa.
Ed ecco che gli Stati, che per esistere devono per forza possedere confini attorno, si danno da fare per generare questi “confini” nelle menti del loro Popolo.
Così capita che in tutto il mondo, coloro che governano gli apparati dello Stato stiano attuando politiche di antifratellanza, obbligando i cittadini a imparare la discriminazione sociale e razziale, spesso utilizzando la politica del terrore.
Segnalo questa interessante riflessione scritta e pubblicata su Italiani Imbecilli.
… Lo Stato, già solo come idea, è la causa di ogni guerra. Se non ci fossero gli Stati non ci sarebbero guerre. Finché avremo in testa l’idea di Stato, di confini, di soldati a loro tutela, avremo anche nella coscienza il concetto predigerito di guerra e di razzismo. Siamo perciò tutti razzisti, potenzialmente. Anche coloro che si considerano fratelli di tutti gli stranieri, finché avranno in testa l’idea di Stato sono dei potenziali nemici di quegli stessi fratelli. E’ gioco forza. Chi accetta in sè lo Stato, accetta di essere nemico di qualcuno, anche inconsapevolmente. E’ così che la gente va in guerra e poi, sul campo di battaglia, in qualche momento di lucidità, si chiede stupita il motivo per cui si trova lì a combattere. (continua)
Buona Lettura!