Tutti le dovrebbero sentirle. Le Loro Voci

L’associazione si chiama Le Loro Voci (video), sono le voci dei casi dimenticati di violenza operata da rappresentati dello stato, che oggi non lo sono più.

Ma la voce di Tommaso, fratello di Nicolò, portata alle nostre orecchie l’altro giorno dalla sua Mamma Simonetta Cordella durante la manifestazione contro la legge bavaglio non si era ancora sentita. Era un caso ancora nascosto, e questo è quello la signora, a fianco del marito e uno dei figli , ha raccontato con precisione e civiltà  trattenendo a fatica le lacrime.

“Ho due figli, mio marito fa il poliziotto, se avesse fatto un altro mestiere, forse la tragedia sarebbe stata completa. I miei due ragazzi sono stati fermati una sera sotto casa da una pattuglia di polizia. Sono stati perquisiti e picchiati, non sappiamo ancora per quale motivo.

Le violenze sono continuate in questura, si sono accaniti in particolare contro uno dei due all’interno di un cella di sicurezza, l’altro figlio fuori sentiva tutto e ci ha telefonato. Dalle urla pensava stesse succedendo il peggio: “Venite subito, ci ha detto, stanno ammazzando mio fratello”. Ci siamo precipitati e mio marito è riuscito ad entrare, ripeto anche lui è un poliziotto: “Sono un collega” ha detto al piantone. Abbiamo assistito alla scena, abbiamo visto tutto, siamo entrati che ancora lo stavano massacrando, calci e pugni da tutte le parti, aveva smesso di urlare, solo rantoli. Non riesco ad andare avanti e a descrivere la scena, ricordo solo che ci hanno detto che erano ubriachi e drogati e che erano stati loro ad aggredire gli agenti. In quel momento l’unica cosa che ci interessava era portare il figlio al pronto soccorso, la diagnosi non lasciava equivoci: due costole rotte, labbro tumefatto,occhio nero ed ecchimosi su varie parti del corpo per entrambi i ragazzi.

Mio marito, ripeto poliziotto, è andato oltre, ha voluto che i miei figli si sottoponessero agli esami tossicologici. Risultati negativi: non avevano bevuto, né assunto droga. Nei giorni successivi la stampa ha dato conto solo della versione ufficiale della questura e i miei figli sono stati definiti “ I fratellini terribili”. Da allora chiediamo giustizia e invece abbiamo subito minacce e indagini. Mio marito è stato sospeso dal servizio dal lavoro per sei mesi per aver partecipato ad una manifestazione a favore dei figli, e ci è andata bene: avevano chiesto la destituzione. Abbiamo atteso invano che le indagini appurassero quanto è successo, ma tutto è fermo, c’è un testimone che ha visto tutto, non è mai stato ascoltato. In tutti questi mesi abbiamo scelto il silenzio, ma ora basta, siamo stanchi di subire, siamo stanchi di non riuscire a dormire, di ritrovarci tutti e quattro in cucina all’una e mezza di notte, è avvenuto a quell’ora, per ricordare, siamo stanchi delle sedute davanti agli psicologi”.

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