Nell’essenziale che ogni uomo libero deve perseguire c’è il rispetto alla sua persona, la difesa del suo corpo, il divieto della tortura, del carcere ingiusto o del carcere disumano, ma anche la difesa della sua reputazione dall’attacco ingiustificato di chiunque che metta in dubbio la sua reputazione e il suo onore e la difesa dei suoi beni da imposizioni scellerate di confisca o rapina.
E poiché il popolo sovrano è padrone del suo territorio, è nostro corpo anche il suolo del nostro paese, la sua acqua, aria, terra, mare, le sue montagne, i suoi fiumi e tutto ciò che costituisce la nostra terra, per cui nel nostro essenziale deve esserci anche la difesa dell’ambiente, che fa parte della nostra ricchezza e questa difesa richiede che esso non venga espropriato, inquinato, manomesso, ceduto a potenze straniere, deturpato, messo in pericolo..e questo non fa parte ancora della Costituzione ma dovrebbe starci.
Ad esso deve essere riconosciuto il rispetto alla vita.
Ciò vuol dire che la sua persona, la sua salute, la sua sopravvivenza e la sua reputazione sono inviolabili. Che non è lecito ad alcuno (potere politico, chiesa, medium o soggetto qualsiasi) attentare alla sua vita,condizionare la sua libera morte, imporgli farmaci, vaccini o mezzi di sussistenza o al contrario farlo vivere sotto un minimo di sussistenza vitale, mettergli ostacoli di ordine economico o sociale che impediscano il suo pieno sviluppo come persona, come cittadino, come lavoratore.
L’uomo che fa parte di uno Stato civile ha il diritto di vivere con un minimo di decenza e dignità. Non ci devono essere soggetti abbandonati ed emarginati .Lo Stato sociale non può essere tagliato in nome di teorie iperliberiste, per arricchire classi già ricche ed esose, perché nulla è essenziale come la vita e questa deve essere protetta allo stesso modo per ognuno. La civiltà di un popolo si misura anche sul modo con cui provvede ai suoi poveri nella sanità, nella scuola, nell’assistenza ai più deboli, nei trasporti pubblici, nella casa, nelle tasse, nell’informazione, nell’istruzione permanente, nella diminuzione del divario tra più poveri e più ricchi, perché soprattutto in questo, e non nella potenza dei suoi eserciti o della sua valuta, si misura un buon governo.
E per questo nell’essenziale di ogni uomo entra a buon diritto il lavoro, perché sul lavoro si misura quanto ognuno partecipa al bene collettivo e chiunque deve poter dare il suo contributo sociale e in esso esprimere le sue potenzialità. Ma il lavoro non deve essere un capestro o una prigione, deve ridursi con gli anni e finire o cambiare quando l’uomo è vecchio, deve essere organizzato con dignità e a misura umana, non può essere arma di ricatto o compravendita e deve avere le stesse regole in ogni gradino della scala sociale.
L’essenziale di ogni uomo esige che egli sia sottoposto a leggi giuste, che queste siano poche per essere più facilmente applicate, e siano uguali per tutti o farebbero venir meno la democrazia, e siano semplici da capire e la loro violazione dia luogo a procedimenti brevi ed efficaci, perché nulla come la disuguaglianza giuridica tra ricchi e poveri fa decadere il senso di uno Stato.
L’essenziale di un buon cittadino esige anche che egli possa crescere ed evolvere in un clima di libertà e possibilità, e questa crescita sia favorita dalla scuola, dai mezzi di informazione, da corsi di specializzazione, e da tutti quegli strumenti informativi, artistici e culturali che elevano la sua coscienza.
Non si vive di solo pane, l’uomo viene educato anche dall’arte, dalla musica, dalla letteratura, dal cinema, dalla televisione, dagli usi, dalle tradizioni e da tutte quello che costituisce la cultura dell’uomo, sia locale che universale.
Occorre infine che siano favorite e incentivate tutte quelle attività in cui ognuno può rendersi partecipe della vita di un altro più povero, più debole o più infelice.
Viviana Vivarelli – L’ESSENZIALE