Siccome la conoscenza ci rende liberi, ritengo sia importante essere a conoscenza e divulgare la seguente notizia:
Poi, dopo averla letta, ognuno, per un attimo, metta a tacere il proprio giudizio, e soprattutto i pregiudizi di qualsiasi tipo acquisiti nel tempo, e “ascolti” come si sente.
Poi tragga le proprie conclusioni.
(segue articolo completo)
Se mai vi fossero ancora dubbi sul fatto che i prossimi giochi olimpici di Londra siano dominati da aspetti politici prima ancora che sportivi, gli eventi di questi giorni ci hanno tolto qualsiasi illusione.
Che la Lobby Sionista fosse in controllo delle procedure era evidente fin dal momento in cui il logo delle Olimpiadi di Londra 2012 veniva mostrato nei media.
Basta guardare qui sopra la versione orizzontale del logo per leggere quel termine che ormai domina ogni discorso politico internazionale. La soluzione grafica mostra come un’astuta tecnica abbia trasformato i numeri dell’anno 2012 in zig-zagate lettere alfabetiche a comporre la parola ZION (Sion in italiano), il nome biblico di Gerusalemme e nota radice del termine “sionismo” (Zionism in inglese). E infatti il risultato è quello che è – inaccettabile sul piano estetico, con simboli che ricordano fulmini e saette – quasi un lapsus freudiano che tradisce la funesta ideologia marziale che ha ispirato il golpe grafico.
Gli autori del logo si sono dovuti cimentare in contorsioni geometriche per convertire i numeri in lettere, una triste analogia ad un’altra conversione, anche essa improbabile eppure riuscita nel suo intento golpista: quello di rendere le nostre società occidentali “illuministe” docili al dominio del pensiero unico sionista che legittima ogni orrore perpetrato dalla creatura del sionismo, Israele.
La ciliegina sulla torta, nel logo, è la presenza del PUNTINO che non si sa bene cosa dovrebbe rappresentare nella cifra 2012. Ma è chiaro che vuole essere il puntino sulla i di “ZION” (in inglese comunque quella zeta si pronuncia come una esse morbida).
Ma c’è anche chi a Londra ha sintetizzato la distorsione del logo eseguendo una bella satira grafica del simbolo olimpionico. Ecco in basso i cerchi olimpici sarcasticamente trasformati sui muri di Londra.
Ma la Lobby è intervenuta anche per eliminare un dato informativo nel sito web ufficiale dei Giochi Olimpici di Londra: ha ordinato al comitato olimpico di rimuovere dalle schede dei singoli paesi partecipanti i nomi delle rispettive capitali.
Fino a lunedì 30 aprile, nella scheda relativa alla Palestina (che quest’anno riesce a partecipare, ma con un solo atleta), alla voce “Capitale” si leggeva il nome: Gerusalemme (Al-Quds).
Questo è evidentemente inaccettabile per Israele che – come sappiamo – vorrebbe imporre Gerusalemme come capitale di Israele.
E così, dal mattino del 1° maggio il profilo dei paesi listati nel sito web non contiene più l’indicazione della capitale.
Ma non finisce qui.
Esaminando il sito, troviamo la Palestina giustamente elencata tra i paesi del continente Asia (v. in basso, penultima a destra).
Ma troviamo Israele tra i paesi dell’Europa (v. in basso: ultima a destra)
Per verificare, entriamo nelle rispettive schede, cliccando sulle bandierine. Nella scheda della Palestina, sotto la voce Location, ovvero ubicazione, è scritto: Asia. Nella scheda di Israele, la voce ubicazione indica che Israele si trova in Europa.
Perfetto. Dunque: la Palestina si trova nel continente asiatico, mentre Israele, che si è installata nel bel mezzo della Terra di Palestina e se la sta divorando pezzo per pezzo, in realtà si trova in Europa.
E allora bisogna trovare una spiegazione che abbia un senso logico.
E la troviamo, infatti. Guardando la faccenda da una prospettiva diversa, tutto diventa chiaro.
Israele si definisce “stato ebraico” – e infatti i suoi cittadini EBREI non sono affatto di origini SEMITE, come lo è invece la popolazione palestinese e come lo sono i cittadini arabi israeliani.
Gli ebrei israeliani sono immigrati dall’Europa! Sono EUROPEI! Molti di loro hanno la doppia cittadinanza: israeliana e del paese di origine. Non hanno in effetti alcun legame biologico con la regione dei popoli SEMITI: Palestina e dintorni. Il loro DNA è, a tutti gli effetti, EUROPEO.
Ma subito salta all’occhio un’altra contraddizione.
Perché allora gli ebrei sionisti accusano di “anti-semitismo” chiunque osi criticare le malefatte degli ebrei immigrati in Palestina?
Ce lo spiega il famoso ex-israeliano, ex-ebreo Gilad Atzmon, autore del libro che ha minuziosamente scannerizzato ogni aspetto dell’ebraicità – in prossima uscita anche in Italia.
Durante una recente intervista, Gilad Atzmon ci illuminava circa l’astuta strategia alla base del termine “anti-semitismo” escogitato dagli ebrei europei che verso la fine del 19esimo secolo hanno fondato il sionismo, e cioè, il movimento per l’occupazione della Palestina:
Dice Gilad Atzmon:
«L’invenzione e l’uso del termine anti-semitismo sono espedienti disonesti. Tanto per cominciare, la maggioranza degli ebrei nel mondo non è affatto di origini semite (ovvero, della regione che comprende la Palestina).
«Le organizzazioni sioniste come la ADL sono interessate ad usare il termine di frequente perché rappresenta la tattica per diffondere e sostenere pubblicamente il falso mito secondo cui gli ebrei bianchi (compresi quelli che occupano la Palestina, provenienti dall’Europa) abbiano le proprie radici storiche nella regione palestinese.
«In effetti, gli ebrei di pelle bianca discendono dalla popolazione dell’impero kazaro fondato nella regione del Caucaso 8 secoli dopo Cristo, i cui abitanti si convertirono al Giudaismo senza avere alcuna connessione né biologica né storica con gli antichi ebrei della regione palestinese. Gli ebrei originari della regione, i sefarditi, hanno la pelle scura e sono in genere ebrei berberi – peraltro discriminati in Israele.
«Gli archeologi fanno notare, giustamente, che sono i palestinesi i soli veri discendenti degli antichi ebrei della Palestina – poi convertiti al Cristianesimo e successivamente all’Islam.
«E quindi ciò che viene chiamato anti-semitismo non ha alcun senso, non esiste – soprattutto perché gli ebrei nel mondo non hanno origini o radici etniche in comune. Nonostante ciò, le politiche di identità ebraiche si basano su fattori etnici, razziali (sul falso assunto dell’origine collettiva in Palestina)».
E’ interessante notare che NON A CASO il termine “anti-semitismo” è stato coniato dagli ebrei dell’Europa centrale proprio nel 1881 in previsione della programmata occupazione della Palestina, iniziata appunto l’anno successivo con la prima ondata di immigrazione ebraica biluim in Terra Santa, che fondarono le prime colonie sioniste con le sovvenzioni stanziate dai Rothschild – [allora e tutt’oggi la dinastia di ebrei più potente nel mondo, in controllo delle istituzioni finanziarie mondiali].
E dunque, visto che nella scheda olimpica di Israele non si poteva inserire il nome Gerusalemme sotto la voce “Capitale”, al comitato olimpico è stato ordinato di rimuovere le “capitali” dai dati delle schede di tutte le nazioni partecipanti – all’insegna della prassi bene nota in uso a certi poteri: ciò che è scomodo lo togliamo di mezzo, lo eliminiamo, senza tante cerimonie, …
Israele non si accontentadi avere Tel Aviv come capitale – vuole Gerusalemme, lo sappiamo. Ma per ora fortunatamente la Città simbolo di incontro fra le tre grandi religioni monoteiste rimane ufficialmente sotto la giurisdizione amministrativa dell’ONU – e verrà sempre considerata, universalmente, come la capitale della Palestina, la Terra Santa.
Sarebbe comunque molto interessante analizzare le motivazioni psicologiche che spingono Israele a tentare da decenni di appropriarsi di Gerusalemme come capitale esclusiva dello “stato ebraico” – con tutti le implicazioni ideologiche e i risvolti politici che ciò rappresenterebbe. Ma se gli israeliani si considerano appunto europei – e se in Europa vogliono stare – non c’è ragione perché non possano tornare nei loro paesi di origine. Ormai non hanno più niente da temere gli ebrei in Europa, e ci riempirebbe di gioia vedere i nostri fratelli Palestinesi riprendere possesso delle proprie terre in Palestina. Saremmo ben lieti di accoglierli qui in Europa, gli ebrei di Israele – a patto che si considerino comuni cittadini come tutti noi e non il “popolo eletto” e a patto che mostrino rispetto per i nostri cittadini musulmani. Per fortuna ci siamo lasciati alle spalle, in Europa – e specie in Germania – le ideologie supremaziste responsabili della persecuzione delle minoranze sociali durante il periodo dell’ultimo conflitto mondiale.
Per questo siamo profondamente disturbati dall’intento subliminale contenuto nell’inganno grafico del logo olimpico di Londra 2012.
Cosa vuole significare il messaggio subliminale? “Zion über Alles”? Che dobbiamo dare il benvenuto ai sionisti come il nostro Grande Fratello? Che dobbiamo abbracciare l’idea della supremazia sionista?
Una cosa è sicura: abbiamo l’obbligo di amarli, quei signori – PER LEGGE! Altrimenti si vedono carriere distrutte, nomi infangati, liberi pensatori messi alla gogna mediatica. E perfino persecuzione legale – la galera in molti casi. Abbiamo l’obbligo di amarli e la licenza di demonizzare e insultare i musulmani. Abbiamo l’obbligo di amarli anche se massacrano i palestinesi ogni singolo giorno da decenni.
Gilad Atzmon ci mette in guardia sul potere sionista,
dicendo:
«Il sionismo è probabilmente la scuola di pensiero politico più influente e pericolosa. Soprattutto perché è riuscita a deviare dalla nozione relativamente modesta di una “terra promessa” verso un’ideologia espansionista globale di stampo bellicoso che mira al “pianeta promesso”».
Il dominio del pianeta come impero globale con Gerusalemme sua capitale, non solo politica ma anche ideologica perché presidio degli ebrei di Sion: ecco dunque cosa leggiamo nel logo e nelle schede delle nazioni private delle capitali finché Gerusalemme sarà aggiudicata ad Israele, e non alla Palestina – la Terra Santa.
In altra occasione, su questo blog, abbiamo sentito Gilad Atzmon – da anni ormai cittadino britannico – parlare dell’enorme influenza della lobby sionista (che lui definisce lobby ebraica) sulle politiche del Regno Unito. Faceva notare, che l’80% dei parlamentari della coalizione di governo fanno parte della lobby “amici conservatori di Israele”.
Alla luce di questa considerazione, non ci meraviglia affatto che l’organizzazione dei Giochi Olimpici di Londra 2012 si regoli secondo le disposizioni della Lobby.
Infatti, man mano che si avvicina l’evento olimpico, Londra si sta trasformando in una zona militare fortificata.
“Combattiamo il terrorismo islamico” – questo il messaggio sottinteso nei preparativi che somigliano a quelli di una cittadella che si appresta ad affrontare l’assalto del nemico.
Londra olimpica militarizzata
con missili sui tetti
Giorni fa i cittadini Londra si sono svegliati scoprendo che sui tetti di alcune zone strategiche venivano installate batterie lancia-missili. Allarmati, i londinesi hanno subito presentato le loro proteste, dicendo che loro non erano stati consultati prima della decisione, né avvisati in anticipo, ma solo informati a cose fatte. Ma le proteste sono state ignorate.
Il ministero alla Difesa britannico ha scelto 5 zone in cui i missili saranno distribuiti. Lo vediamo in questa immagine che lo ritrae durante l’ispezione del sistema missilistico che le autorità militari sono state incaricate di installare.
Gli inquilini dei palazzi “prescelti”, hanno ricevuto la notizia mediante volantini con l’avviso che tra l’altro: « … un team di almeno 10 soldati e agenti di polizia rimarrà sul tetto (di ogni palazzo con piattaforma missilistica) per l’intera durata dei Giochi».
I volantini inoltre “rassicuravano” gli inquilini che «i missili saranno sparati solo come ultima opzione».
Commentava il giornalista Brian Whelan, anche inquilino di uno dei palazzi designati: «ci hanno informato che nei prossimi giorni inizieranno i test dei missili ad alta velocità proprio sul tetto di questo palazzo. Gli agenti e i militari rimarranno per due mesi in questo palazzo, 24 ore su 24. Sembra che durante quei due mesi vogliano vivere nel nostro palazzo. Abbiamo una palestra e una piscina, che loro hanno visto – e quindi si suppone che l’edificio diventerà una sorta di base militare. Non è proprio una situazione idilliaca. Mi sono documentato bene su questi missili e, credetemi, non sembrano affatto il tipo di artiglieria che vorresti vedere sparata da un’area ad alta densità di popolazione».
Successivamente Brian Whelan ha fornito nel suo blog una descrizione dettagliata del sistema missilistico HVM A5 installato sui tetti di Londra e ne ha citato i pericoli che rappresenta per i cittadini.
Facciamo notare che si tratta di missili terra-aria. Cosa si aspettano, un attacco come quello dell’11 settembre a New York? [su cui ormai si è accumulato un dossier enciclopedico di prove scientifiche e giuridiche fornite dagli esperti a sostegno della tesi che si è trattato di una “operazione sotto falsa bandiera” la cui esecuzione è imputata ai servizi segreti dei soliti noti].
E possiamo solo sperare che non sia in programma un altro falso attentato da imputare ai musulmani, tenendo conto di chi è in comando della manifestazione. Sappiamo che si sta tentando di indottrinare l’opinione pubblica diffondendo false accuse contro la leadership di Siria e Iran, e non ci sorprenderebbe affatto se si montasse un falso caso da imputare ad uno dei due paesi – o anche ad entrambi, sul modello che ha preceduto l’invasione di Iraq e Afghanistan.
Poi, incredibilmente, in un’area non frequentata del complesso condominiale in cui abita, Brian Whelan ha scoperto alcuni razzi e altro arsenale bellico lasciati incustoditi dalle autorità militari incaricate delle operazioni anti-terrorismo che stanno terrorizzando i cittadini di Londra.
I mezzi da guerra impiegati durante le Olimpiadi
Qualche giorno dopo, ecco presentarsi alla vista dei londinesi un altro spettacolo inquietante. Stava facendo il suo ingresso nella città la più grande nave da guerra della Marina Militare britannica, avanzando minacciosa sul Tamigi, scortata dai battelli della polizia metropolitana. Si tratta della porta-elicotteri HMS Ocean, che l’anno scorso è stata impiegata per la guerra contro la Libia.
In basso: mentre procedeva sul fiume di Londra, sul ponte della Ocean erano ben visibili i militari della Marina in assetto da combattimento, sotto il comando del Gen. Nick Parker, nominato “Coordinatore Capo delle Forze Armate per le Olimpiadi”.
In Basso: la Ocean ospita a bordo una serie di elicotteri Lynx della Royal Navy. Oltre alla gigantesca Ocean verrà dispiegato anche il caccia-torpediniere Bulwark e altre navi da guerra nelle zone periferiche di Londra.
La RAF dispiegherà i jet Typhoon ad alta velocità oltre agli elicotteri da combattimento Puma. Mentre la Royal Navy (marina militare) mette a disposizione gli elicotteri da ricognizione per allarme tempestivo.
Il divieto delle foto su facebook e twitter
Poi arriva una notizia che ha dell’incredibile: sarà vietato agli spettatori diffondere foto e filmati che avranno fatto all’interno della struttura olimpica.
Ecco il testo del comunicato: «Immagini, video e registrazioni audio eseguite da parte degli spettatori all’interno del complesso olimpico non potranno essere pubblicati su internet in generale, e nei social network (facebook e twitter) in particolare, né per uso privato da parte di terzi, né per scopi commerciali personali o da parte di terzi».
Commentava un fotografo dell’agenzia Amateur Photographer (AP):
«Invece di rappresentare la celebrazione che gli organizzatori hanno promesso, Londra 2012 si sta rapidamente trasformando nell’evento più restrittivo e intimidatorio visto in decenni».
Pratiche intimidatorie che non risparmiano neanche gli atleti. Ha suscitato forte indignazione, specie tra le nazioni islamiche, la recente rivelazione che gli atleti e i loro allenatori avranno l’obbligo di sottoporsi alla procedura delle impronte digitali e scansione facciale eseguita da parte di funzionari britannici. Alcuni minacciano di non partecipare.
Ma l’ONU, con l’ipocrisia che la contraddistingue, ha dato la propria benedizione all’evento considerato l’emblema dell’amicizia tra i popoli, chiamando tutti alla raccolta per «costruire un mondo di pace, un mondo migliore, per mezzo dello sport e degli ideali Olimpici».
Già, perché se i popoli dovessero aspettare l’Onu per vedere un mondo migliore in cui regni la pace … Ma su questo ci sarebbe da scrivere volumi.
“La gioia olimpica dei vincitori di … missili”
E per fortuna c’è chi riesce ad ironizzare. Abbiamo trovato questa bella satira politica sulla militarizzazione dei Giochi di Londra 2012, che non trascura neanche l’aspetto della sottintesa “caccia al musulmano terrorista” nelle operazioni in corso. Ne consigliamo la lettura per risollevare lo spirito dalle letture poco esilaranti sui fatti dei nostri tempi.
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La gioia olimpica dei vincitori di … missili
Scene di giubilo sono state osservate oggi in 5 punti diversi di Londra. Bambini e residenti celebravamo la notizia che il loro quartiere era tra i vincitori della gara per aggiudicarsi l’onore di ospitare sui propri tetti le batterie dei missili terra-aria durante il periodo dei Giochi Olimpici.
«Mi riempie di gioia sentire che il nostro quartiere residenziale sia stato identificato come luogo ideale da cui abbattere aerei sopra ai nostri tetti» – dichiarava l’assessore Iqbal Mammooz, di chiara estrazione islamica. «Spero che l’installazione dei missili nel quartiere favorisca una ripresa economica dell’area e la creazione di nuovi posti di lavoro. Abbiamo molti giovani disoccupati qui con notevole esperienza in armi da fuoco. Non richiede una grande perspicacia per rendersi conto del potenziale che esprimono quei giovani per l’abbattimento di aerei».
In un altro quartiere, Whaltam Forest, l’assessore Neil Winters si dichiarava altrettanto entusiasta nell’apprendere la notizia che anche il loro quartiere era tra i vincitori che ospiteranno una piattaforma per il lancio di missili, e si è affrettato a smentire la minaccia di eventuali detriti risultanti dall’esplosione degli aerei abbattuti che sarebbero piovuti sulle teste degli elettori.
«Il nostro distretto è orgoglioso di essere un partner olimpico» – dichiarava l’assessore. «Spero che sarò qui in Agosto per annunciare che il nostro è stato il primo quartiere nella storia olimpica ad avere abbattuto un aereo di linea dirottato dai terroristi. Se questo avverrà al costo della perdita di qualche elettore colpito dai detriti dell’aereo, ebbene sarà un prezzo che sono disposto a pagare».
Intanto gli assessori di Dagenham e Redbridge si dichiaravano molto delusi nel vedere i quartieri confinanti ben equipaggiati di missili, mentre loro rimenavano sguarniti e indifesi. «Sarebbe un grave disservizio per i contribuenti del quartiere permettere che si verifichi un divario in armamenti così stridente tra noi e altri quartieri. Per garantire la stabilità nell’area, ci attrezzeremo nei prossimi mesi per potenziare il nostro programma di test missilistici».
Firmato: A Wagonload of Monkeys